Balza (“pizzo Coronini”)
Balza (“pizzo Coronini”)

Balza (“pizzo Coronini”)

Balza (detta “Pizzo Coronini”)
Francia, Sedan, primo quarto XVIII secolo
filo di lino lavorato ad ago
63 x 494 cm
Inv. 3238

La lavorazione di questo merletto di dimensioni davvero straordinarie, presenta le tipiche caratteristiche della produzione della città di Sedan, che nel corso del XVII secolo si era affermata come una delle più rinomate manifatture francesi, grazie all’impiego di un’incredibile varietà di punti, realizzati con un filato finissimo a costituire motivi ampi ed elaborati.
Come si apprende da alcuni scambi epistolari, tra il 1948 e il 1950 Olga Westphalen Fürstenberg, la madre del conte Guglielmo, cercò di vendere il prezioso merletto ad alcuni importanti musei americani ed europei. La balza fu dapprima offerta al Metropolitan Museum di New York che, pur non essendo interessato inoltrò la lettera di Olga e la fotografia allegata al Museum for the Arts of Decoration della Copper Union for the Advancement of Science and Art. Di fronte al rifiuto di questo secondo istituto newyorkese, Olga si rivolse ai Musées Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, nella convinzione che il pregevole merletto fosse un manufatto di produzione belga, ricavandone tuttavia solo l’identificazione dell’origine francese e la disponibilità all’eventuale acquisto di un pezzo. Sebbene anche gli altri musei consultati avessero suggerito la frammentazione del merletto per facilitarne la vendita, fortunatamente i Coronini si rifiutarono di tagliare il bellissimo pizzo, il cui grande valore deriva proprio dalle sue eccezionali dimensioni. Da tale corrispondenza emergono anche alcune preziose informazioni circa l’origine e la storia del “pizzo Coronini”. Anzitutto si apprende che all’epoca il prezioso oggetto apparteneva non solo a Olga, ma anche sua sorella Thérèse Adamovich, in quanto faceva parte della ricca eredità proveniente dalla Russia di cui entrambe avevano beneficiato nel 1913, alla morte dello zio materno, conte Eduard Cassini. Le vicende legate invece alla sua realizzazione e ai precedenti passaggi di proprietà non sono del tutto chiare, dal momento che dalle lettere e dagli appunti manoscritti di Olga emergono versioni contraddittorie. Dapprima, infatti, la madre del conte Guglielmo afferma che la balza era stata acquistata a Roma da Sophie Bibikova, moglie del governatore generale di Kiev, Dmitrij Bibikov, e madre di Zoe Bibikova, consorte di Eduard Cassini, per la somma di 60.000 franchi, mentre in seguito, pur confermandone la provenienza romana, ne imputa l’acquisto al conte Vittorio Cassini, nonno di Eduard e rappresentante diplomatico dello zar di Russia presso il Sovrano Pontefice ai tempi delle guerre napoleoniche. Al di là del fatto che la cifra pagata sarebbe stata in questo secondo caso di 40.000 franchi, pare indubbiamente più verosimile la prima ricostruzione, dal momento che, come hanno confermato gli studi recenti, tutti gli oggetti più preziosi, argenti, arredi, gioielli e dipinti, pervenuti attraverso l’eredità di Eduard Cassini, sono in realtà riconducibili proprio alla famiglia di sua moglie Zoe Bibikova. Queste affermazioni contrastanti, maturate forse con l’intento di fornire una storia più semplice e diretta, inducono a dubitare anche di quella che Olga definisce “una tradizione certa”, secondo cui il “Pizzo Coronini” sarebbe stato donato al Sovrano Pontefice dalle città di Francia, intorno al 1750.
Le vicende legate al prezioso merletto non terminano tuttavia con la mancata vendita, perché tra il 1967 e il 1969 Guglielmo e sua sorella Nicoletta, evidentemente consapevoli del suo grande valore, in cambio di argenteria e pezzi di mobilia, acquistarono dai due cugini Ivan Adamovich e Wilhelmine Herberstein, eredi della defunta zia Thérèse, la loro quota del pizzo, divenendone quindi proprietari esclusivi.