Pistola a focile con acciarino alla moderna
Pistola a focile con acciarino alla moderna

Pistola a focile con acciarino alla moderna

Manifatture bresciana e gardonese
Pistola a focile con acciarino alla moderna
ultimo quarto XVII secolo
Legno di noce, acciaio
Lunghezza totale 490 mm; lunghezza della canna 320 mm; calibro 16 mm
Iscrizioni: “LAZARINO COMINAZZO” (con le Z invertite) preceduta, intervallata e seguita da un cerchio raggiato, alla culatta; “Azzoni in Brescia” sulla cartella
Inv. 110

S tratta di un esemplare di grande pregio ed estremamente raffinato, decorato a sbalzo in ogni sua parte. La canna liscia, tonda, a due ordini (esagona e tonda) con cartella sul dorso che termina verso la culatta, reca incisa la firma in caratteri maiuscoli “LAZARINO COMINAZZO” (con le Z invertite) intervallata da tre cerchi raggiati, e decorata a spina di pesce.
La cassa è in legno di noce, scolpita a volute nella parte inferiore, con calcio a pera schiacciata.
Il meccanismo è alla moderna; la cartella, sagomata, è in acciaio sbalzato a tralci di vite e grappoli stilizzati e un uccello (riconoscibile in un airone o in una gru), poggiato su un ramo, in atto di mangiare, e reca incisa la firma in caratteri corsivi “Azzoni in Brescia”.
La firma sulla canna denuncia l’appartenenza alla manifattura dei Cominazzo, grande e famosa dinastia gardonese di maestri di canne operanti dalla fine del Cinquecento all’Ottocento. I Cominazzo non fabbricavano canne, ma ne erano eccezionali ‘livellatori’, producendo esemplari apprezzatissimi per le eccezionali qualità di sottigliezza e robustezza, unite all’eleganza dell’aspetto esterno, con cordonature e anellature. Il nome “Lazarino” e “Lazaro” fu adottato, quasi come una marca di fabbrica, da più esponenti della dinastia, rendendo difficile l’identificazione dell’artefice. In particolare la firma “LAZARINO COMINAZZO” preceduta, intervallata e seguita da un cerchio raggiato (ma con le Z regolari), si trova sulle canne di armi da fuoco a pietra databili alla seconda metà del XVII secolo, ed è generalmente ascritta a vari membri della dinastia dei Cominazzo.
La firma “Azzoni in Brescia” è documentata anche su altri fucili a pietra focaia della fine del XVII secolo, ma l’assenza di un nome di battesimo ha spinto finora ad attribuire le armi da fuoco così firmate a Ottavio Azzoni, armaiolo attivo in questo periodo. Essendovi tuttavia notevoli connessioni tipologiche tra queste armi e quelle firmate da Giovanni Azzi  nell’impossibilità di riconoscerne con certezza l’autore, sono state avanzate due ipotesi: che “Azzi” sia un accorciativo di “Azzoni”, utilizzato da Giovanni per distinguersi da Ottavio, oppure che i due artefici lavorassero in una stessa bottega firmando i propri manufatti con il nome congiunto “Azzoni in Brescia”.